SESTO FIORENTINO – “Dal fallimento non vogliamo uscire con ipotesi fallimentari. La soluzione futura per la Richard Ginori non dovrà avere condizioni inferiori all’ipotesi liquidatoria”. E’ una posizione decisa quella della Cgil fiorentina, espressa attraverso le parole del suo segretario Mauro Fuso, che vede come obiettivo principale quello di tenere il marchio legato alla produzione e lascia da parte le polemiche con le altre sigle sindacali. “Non ci interessano le dispute delle ultime settimane con le posizioni di Cobas – afferma Fuso – siamo convinti che i lavoratori possono avere riflessi positivi da un’attitudine unitaria dei sindacati, soprattutto in vista di un rilancio della manifatturiera”. E dopo la riunione ministeriale escono le prime date per il bando, riferite da Bernardo Marasco, segretario generale Filctem Cgil, che sarà istituito entro il 20 febbraio mentre l’assegnazione sarà entro marzo. I dipendenti resteranno in cassa integrazione straordinaria fino al 7 gennaio del 2014. Le condizioni poste dal sindacato per la costituzione del bando sono 4, a cominciare dal mantenimento della produzione a Sesto, la tutela dei livelli occupazionali, l’integrità della fabbrica e l’inserimento nel piano industriale di investimenti per il rilancio della manifattura. “Vogliamo assicurarci che non vinca solo l’offerta più alta senza queste garanzie, che sono quelle su cui misureremo tutte le proposte – spiega Marasco – e abbiamo già avuto risposte positive perché sembra che il bando obblighi a mantenere la produzione a Sesto almeno per 5 anni, oltrechè a vendere tutto ad un solo acquirente. Inoltre ci assicureremo che venga applicato l’articolo 2000 112 che prevede il reimpiego di tutti i lavoratori”. Secondo Marasco all’orizzonte ci sono buone possibilità per un’asta competitiva, dato che il curatore fallimentare Andrea Spignoli non ha ammesso ma neanche negato la presenza di altre proposte oltre alle due pre-fallimento di Lenox e Sambonet. “La nostra ambizione – conclude Fuso – è di tenere alta l’attenzione di tutte le istituzioni locali, e di portarle in piazza con slogan per salvare la Ginori”.
Irene Grossi